martedì 2 ottobre 2012

State buoni, se potete.





A meno di cinque ore dall'evento, scopro che Angelo Branduardi suona con l'Orchestra del Teatro Comunale di Bologna in occasione della festa di S. Petronio.

E' un evento religioso/istituzionale, c'è un'orchestra e Piazza Maggiore ha un'acustica piuttosto chiusa, ergo non dovrebbero esserci grossi disagi (non quelli di "Piazza Verdi Estate").


Sono le 21 e 20, manca poco all'inizio del concerto e spunta sul palco questa "zinnona" ben stretta in un vestito rosa shocking che la rendeva molto simile alla mortadella senza pistacchi. Credo fosse un personaggio televisivo o qualcuno di "noto", perchè la circondava un'aura di ingente stupidità. "Salve Bologna, anche se ormai sono lontana noto sempre con piacere che siete tantissimi!" Stavo già interrogandomi sul senso logico della frase quando ho abbandonato ogni speranza al suono di: "Per me presentare quest'uomo rappresenta una grande emozione; ricordo ancora quando ero piccola, del topolino... che il padre... comprò alla fiera... e arrivò il gatto... che si mangiò il topolino... poi il cane..."

Alle 21 e 30 spaccate la maggiorata sparisce e prende il suo posto Renato Serio ed è proprio la sua presenza a rendere il concerto unico. Per chi non lo sapesse, il Signor Serio è stato l'autore degli arrangiamenti orchestrali dei primi due episodi del fortunato progetto "Futuro antico", l'approccio classico di Branduardi alla musica medievale. Ha altresì composto l'inno di Forza Italia, ma questa è un'altra storia.





Si comincia con tre canti religiosi (rivisitazioni ospitate proprio nel bellissimo e maestoso "Futuro Antico I") per poi passare direttamente ai classici. Mi scappa la lacrimuccia, perchè Branduardi non lo vedevo dal vivo dal 2000 (era il tour de L'Infinitamente Piccolo) e perchè inevitabilmente la sua musica coincide con qualcosa di ancestrale. I mondi che dipinge sono inspiegabilmente radicati nel nostro immaginario, sempre e comunque. Inoltre non è così usuale sentire e vedere il menestrello adiuvato da un'intera orchestra. Lo si apprezza a maggior ragione che non si tratti dell'ennesimo pomposo tentativo di un autore affermato di rinverdire i propri brani: è un episodio isolato e bisogna goderne fino in fondo.



Dopo la personalissima dedica a Yeats ("Innisfree") e "Ninna Nanna", il Nostro imbraccia la chitarra e ci regala alcuni dei suoi brani migliori, "Tango", "La luna" e "Confessioni di un malandrino" conditi da qualche "perla di saggezza". Alla richiesta di "qualche canzone d'amore" il "bardo" si gratta il capo: "Ha ragione, è un po' di tempo che non ne suono. Non ho scritto molte canzoni d'amore, infatti volevo andare dall'andrologo. Vabbè, ci son tanti miei colleghi che fanno solo quelle... ne ho scritte poche nella mia vita, eppure ho perso la testa molte volte. Dovete diffidare degli artisti che cantano la quiete, perchè sono inquieti... e molto spesso i metallari sono seminaristi. Confesso che ho vissuto."



Era inevitabile che Branduardi portasse con sé un po' di classe. Quando mi avvicino ad un gruppetto di persone al lato della piazza, noto la sua testa riccioluta spuntare da un tendone allestito in prossimità del palco. Non è difficile immaginare il conseguente assalto da parte del pubblico -non- pagante. "Dovete perdonarmi, ma non mi capita spesso di fare concerti del genere. Siate buoni: se dovessi concedere una foto ad uno solo di voi farei torto a tanti altri che la desiderano e che non potrei soddisfare, per quanto sono stremato. Grazie della comprensione, sarà per la prossima volta: l'adrenalina fa sentire i suoi effetti, ora." Ed ecco le persone ordinate sorridergli, stringergli la mano, riporre pennarelli, bloc notes e dischi nelle borse.
Il suo sorriso è disarmante e fa bene. Fa così bene.


  • Los set goys
  • Gaudete/Personent Hodie
  • Il Signore di Baux
  • Ballo in Fa Diesis Minore
  • Alla fiera dell'Est
  • La pulce d'acqua
  • Cogli la prima mela
  • Innisfree, l'isola sul lago
  • Ninna nanna
  • Confessioni di un malandrino
  • La luna
  • La donna della sera
  • Tango
  • Sotto il tiglio
  • Solo di violino/Alla fiera dell'Est (Reprise)



(Foto: gregorsamsaestmort)


P.S: Pago il tributo al caro amico Salvatore Vastano per avermi, in queste ultime settimane, rammentato spesso della migliore scena di "Vogliamo i colonnelli"


1 commento:

  1. Hai assistito ad un evento "spettacolare": i fan che rispettano l'artista e quei fan siamo noi della Locanda del Malandrino.
    Pubblicheremo questo tuo link nella nostra pagina facebook. Grazie!

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